In questa mostra celebriamo la bellezza del Made in Italy, ma partiamo da una domanda: Come è arrivato ad affermarsi lo stile italiano?
Il Made in Italy è, nella mente di ognuno di noi, sinonimo di qualità ed eccellenza. Attenzione e cura per i dettagli, per la lavorazione e, soprattutto, per le materie prime. A questo concetto, si unisce poi quello dell’Italian look, quell’eleganza un po’ distratta tutta italiana.
Il nostro è uno stile unico, riconoscibilissimo, sofisticato ed estroso allo stesso tempo, che si afferma proprio in un periodo specifico. Anzi, a partire da una data specifica.
Dopo il conflitto mondiale, la moda rimane saldamente nelle mani degli stilisti francesi, un nome su tutti: Dior.
Mentre in Inghilterra e negli Stati Uniti era già diffusa la confezione di serie, caratterizzata da bassi costi ma anche scarsa qualità, in Europa proprio Dior è il primo ad accorgersi della necessità di una strada intermedia: creare un capo che non avesse i costi eccessivi dell’alta moda, ma che rispettasse degli standard di qualità accettabili. Così, nel 1949, nasce il prét-à-porter (in Italia “pronto moda”), una democratizzazione della moda: prodotti firmati, sì, ma non più cuciti su misura. L’abito è letteralmente pronto da indossare, prodotto in taglie standard e prestabilite: ora sì che la moda è a portata di tutti.
Qui si inserisce l’Italia, e soprattutto Roma: mentre Parigi stenta a ripartire dopo la guerra, Roma invece fiorisce. Vive un momento di ottimismo, sviluppo economico, benessere mai visti prima che, come sempre, si riflette anche nello stile.
Sono gli anni che precedono il boom economico e che sbocciano a Roma tra star del cinema americano e paparazzi. Gli atelier italiani si aprono al mondo. Sono anni di rinascita, e occuparsi della propria immagine diventa un piacere irrinunciabile.
Darsi un tono, avere un’immagine è dunque fondamentale, come lo è anche riappropriarsi del proprio corpo e della propria femminilità. Anche perché sono gli anni in cui arrivano gli Americani, i turisti, le celebrità, bisogna mettersi in ghingheri.
Così il 12 febbraio 1951 nasce l’Alta Moda italiana.
La data fa riferimento alla sfilata di moda organizzata da Giovan Battista Giorgini nella sua abitazione fiorentina, Villa Torreggiani, a cui partecipano per la prima volta alcune case di alta moda emergenti, come Emilio Schubert, le Sorelle Fontana e il marchese Emilio Pucci, il principe delle stampe.
Il pubblico è in prevalenza americano, e rimane conquistato dalla proposta nostrana: non solo per la sua grande qualità, ma anche perché ben si adatta ai gusti esteri, non si chiude nella sua intoccabilità come quella francese, ignorando invece i gusti e le richieste dei mercati internazionali.
Le attrici americane (una su tutte Audrey Hepburn), che in quegli anni camminano per le strade della “Hollywood sul Tevere”, si innamorano delle atmosfere italiane e del talento dei nostri stilisti. Le donne italiane le imitano, seppur con capi meno illustri, la voglia di lusso e di riscatto è forte e la moda degli anni ‘50 rappresenta esattamente questo.
Una moda femminile, sensuale e bon ton al tempo stesso, curata fin nei minimi dettagli. Torna di moda la figura a clessidra, la parte superiore dell’abito è in genere molto stretta, così da sottolineare il seno rigoglioso. Sono gli anni della gonna godet, stretta sui fianchi e svasata nella parte inferiore: tutto testimonia la floridità, il benessere, la ricchezza di quegli anni.
Per l’Italia è una rivincita: i nostri stilisti dichiarano una vera e propria guerra alla Senna. Se inizialmente ci eravamo limitati a copiare le linee francesi e a riprodurle con i nostri artigiani e le nostre materie prime, ora è forte la voglia di staccarsi dai nostri cugini d’Oltralpe e creare una propria identità.
Grandi nomi iniziano a farsi riconoscere: madame Fernanda Gattinoni, che aveva studiato a Londra e collaborato con Coco Chanel nel suo atelier; Roberto Capucci, l’architetto dei tessuti, ed Emilio Pucci, entrambi vincitori dell’Oscar della moda, rispettivamente nel ‘58 e nel ‘54.
La moda italiana è inevitabilmente legata a Roma e al cinema: le muse di questi artisti sono Silvana Mangano, Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, Anna Magnani e Audrey Hepburn. Donne diverse, tutte caratterizzate da uno stile unico e intramontabile.
Giulia Faina
Visita guidata tematica: Al Villino Ludovisi la storia dello stie e della moda italiana