Troneggia nel centro di Roma, a Piazza Navona, una delle opere maggiori del mondo: la Fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini.
Una scogliera rocciosa che sostiene il grande obelisco Agonale, un obelisco romano di imitazione egizia, che si erge per 16,5 m. Sulla scogliera giacciono i quattro fiumi più importanti del mondo conosciuto all’epoca: il Danubio, il Gange, il Nilo e il Rio della Plata. Sono raffigurazioni antropomorfe che attorno si rivestono del loro ambiente caratteristico, fatto di vegetazione e animali che prendono vita vicino ad ogni fiume e ne svelano l’essenza. Nel cuore della fontana, cava nel centro, un feroce leone e un maestoso cavallo si spalleggiano nelle acque. In cima giganteggia lo stemma pontificio dei Pamphilj, con la tiara pontificia, le due chiavi e i simboli dei Pamphilj, ovvero i tre gigli e la colomba con il ramoscello di ulivo.
Il papa dell’epoca, Innocenzo X Pamphilj, il cui pontificato durò 11 anni dal 1644 al 1655, non gradiva Gian Lorenzo Bernini né tantomeno le sue opere, perché quindi affidare un progetto così importante proprio a lui? Il merito è tutto di sua cognata, Donna Olimpia Maildachini, detta “La Papessa” e della scaltrezza del Bernini che aveva compreso bene che:
“Per chi vuol qualche grazia dal sovrano
aspra e lunga è la via del Vaticano
ma se va da Donna Olimpia a mani piene
ciò che vuole ottiene
è la strada più larga e la più corta”
Così lasciò che Donna Olimpia trovasse “casualmente”, nel suo salottino in Palazzo Pamphilj a Piazza Navona, un modellino in argento massiccio della sua fontana. Donna Olimpia non riuscì a resistere…e convinse il Papa a dare l’incarico al Bernini!
La Fontana dei Quattro Fiumi è un’opera magna e universale che parla di vita, di fede e di eternità. L’obelisco è simbolo di raggio di luce, la luce della Fede che si irradia in quattro fiumi e in quattro continenti. È infatti orientata non secondo i punti cardinali ma secondo le direzioni intermedie: sud-est, sud-ovest, nord-est, nord-ovest. Secondo la Genesi 2, 6-15, un solo fiume usciva dall’Eden per innaffiare il giardino e poi si divideva in quattro bracci: il Pishon che bagnava il paese di Avila, dove si trovavano l’oro e l’onice, il Ghihon che altro non è che la sorgente dell’acqua di Gerusalemme; il Tigri a oriente di Assur e infine l’Eufrate. Roma è il singolo fiume poiché è il centro della Cristianità e, attraverso le missioni, Roma rende fertili le altre terre del mondo grazie all’acqua della Fede.
L’obelisco si staglia nel cielo e rappresenta l’uomo stesso che si innalza con le sue grandi opere e, per un momento, come nella “Creazione di Adamo”, allunga il suo dito verso Dio e così rimane immortale, proprio come il grande Gian Lorenzo Bernini.
Isabella Leone
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