Da sempre, il caffè è la bevanda simbolo di riunione, aggregazione, conversazione.
Davanti ad una tazzina di caffè, idee, eventi storici e correnti di pensiero si sono avvicendate e, in verità, proprio davanti a questa bevanda di colore scuro molte di queste sono state concepite.
Tutto questo avveniva all’interno dei caffè letterari, luoghi di ritrovo alla moda ed eleganti, dove artisti, filosofi, intellettuali e letterati si riunivano per discorrere di argomenti di cultura, politica e attualità.
I primi caffè letterari sono nati in Inghilterra, col nome di “coffeehouses” e si diffusero poi in Francia e in Germania, arrivando anche qui in Italia. È a Venezia che venne aperto il primo caffè letterario italiano ed fu il primo in tutta Europa ad ammettere l’ingresso delle donne: il caffè Florian di Piazza San Marco.
In seguito, le più importanti città italiane iniziarono a dotarsi di importanti caffè letterari, come l’Antico Caffè Greco di Roma e Le Giubbe Rosse di Firenze.
Talmente importante divenne il rito del caffè per il panorama culturale italiano, che Pietro Verri decise di intitolare proprio alla bevanda il nome del suo giornale.
Molto importanti per il loro ruolo storico e politico, alcuni caffè letterari hanno anche un immenso valore artistico: è il caso proprio dell’Antico Caffè Greco, che si dice prenda il nome dall’origine levantina del suo fondatore e che è stato riconosciuto come la più grande galleria d’arte privata aperta al pubblico del mondo, con ben 300 opere di artisti del calibro di Angelica Kauffman e Renato Guttuso che proprio al Caffè Greco dedicò un’opera, qui conservata.
Nell’immensa sala omnibus del Caffè, molti personaggi illustri si ritrovarono a discutere di idee e progetti: da Orson Welles a Schopenhauer, da Giacomo Leopardi, che ne era un assiduo frequentatore, a Hans Christian Andersen, lo scrittore di fiabe danese che abitava proprio sopra al Caffè Greco e il cui divano fa oggi parte dell’arredamento del luogo, fino al russo Gogol che, seduto su quei divanetti rossi, scrisse l’opera “Anime morte”.
Roma, come ogni capitale che si rispetti, è dotata però di molti altri caffè letterari importanti: è il caso del Caffè Canova Tadolini, in via del Babuino, fondato dall’allievo prediletto del grande scultore Antonio Canova, che qui portò a termine alcune delle sue opere, o del Caffè Canova in Piazza del Popolo, luogo preferito del regista Federico Fellini, del quale sono permanentemente esposte alcune fotografie dal set e caricature; ed infine il Caffè Rosati
Luoghi di gusto, ove è ancora possibile percepire il clima di fervore ideologico che ancora oggi permea questi luoghi.
Giulia Faina