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Conosciamo i Bonaparte: Paolina, la più bella

Tra i più celebri esponenti della famiglia Bonaparte, c’è sicuramente lei, Paolina, la più bella e la più inquieta delle sorelle di Napoleone. 

Maria Paola era nata ad Ajaccio il 20 ottobre del 1780, sotto il segno della Bilancia, che le si addice particolarmente: bella, elegante e raffinata, Paolina fu donna di documentata bellezza e fascino, ma anche protagonista di una vita travagliata e senza pace.

Napoleone l’aveva data in sposa a un valoroso militare, Victor Emanuel Leclerc, e la giovane coppia si era stabilita presso il Palazzo Serbelloni di Milano, dove Paolina viene ammirata in tutta la sua bellezza. Di lei si dice che riunisse in sé tutte le doti della perfezione fisica, che possedesse il contegno del fratello maggiore e la bellezza della madre Letizia… peccato non si potessero spendere altrettante lusinghe sulle sue qualità morali! 

Dopo aver avuto dal marito un figlio – che Napoleone chiamerà Dermide, come un eroe dei poemi di Ossian -, Paolina, tornata a Parigi, si concede parecchie relazioni extraconiugali, senza premurarsi di nasconderle agli occhi del pubblico. Perde la testa per l’attore Lafon, che diventa il suo amante ufficiale nel 1801, facendo scoppiare un enorme scandalo che travolge anche il fratello Napoleone. 

Questi, sempre più immerso nella sua scalata al potere (nel 1801 Napoleone era Primo Console, tre anni dopo sarebbe diventato Imperatore), non poteva permettersi inciampi o ostacoli: così fece partire il cognato Leclerc alla volta di Santo Domingo, contro i ribelli indigeni, alleati con gli schiavi neri per ottenere la libertà dalla Francia. 

Paolina lo raggiunge, anche se con enorme ritardo perché non voleva abbandonare l’ambiente mondano di Parigi. Sulla nave, durante il tragitto, ritrova anche il suo primo amore, mentre gli uomini dell’equipaggio ne ammirano la bellezza, paragonandola a una Venere dei mari. 

Arrivata a Santo Domingo, fu travolta dalle chiacchiere: si diceva che si concedesse addirittura ai generali dei ribelli! Lei, intanto, restava accanto al marito, anche quando la situazione si metteva male: si rifiuta di imbarcarsi e mettersi in salvo, vuole restare accanto a suo marito, o in alternativa morire. 

Coraggiosa o forse imprudente, le fonti sono sempre molto ambigue quando si parla di lei: donna egoista e sensuale, o moglie devota e – se non proprio fedele – quantomeno leale? 

Non possiamo saperlo, perché Leclerc morì poco dopo a seguito di una malattia contratta alle Antille. 

Il lutto di Paolina non durò molto. Tornata tra le braccia dell’attore Lafon, si concesse anche altri svaghi, tra generali e gentiluomini della corte parigina. 

Qui si trovava anche un giovane principe romano, bello, ricchissimo e dalla parte di Napoleone: Camillo Borghese. Con lui, Paolina divenne principessa. 

 

Napoleone aveva dato subito il consenso alle nozze: il partito era praticamente perfetto e rappresentava un’occasione da non farsi scappare. Aveva però chiesto ai due giovani innamorati di attendere almeno un anno completo dalla morte del primo marito di Paolina, ma i due avevano infranto la promessa. Si erano sposati di nascosto e quando il futuro Imperatore ne era venuto a conoscenza, era andato su tutte le furie, rifiutandosi di partecipare alle nozze ufficiali. 

Trasferitasi a Roma con il nuovo marito e il figlio avuto dal primo matrimonio, Paolina si godette inizialmente lo sfarzo e le ricchezze dei Borghese, per poi però precipitare in una noia totalizzante. Roma non le piace, è lontana anni luce dall’atmosfera frizzante di Parigi, e nemmeno i suoi abitanti sono di suo gusto. Il marito, poi, la lascia spesso sola per recarsi a Torino e a lei non rimane che trovarsi nuovi amanti con cui passare il tempo.

Napoleone la richiama all’ordine, minacciandola di non farla più tornare a Parigi se avesse abbandonato il marito. Ma a Paolina regole e imposizioni non piacciono: spesso, di nascosto, si reca nella capitale francese, non vuole perdersi nemmeno uno degli eventi mondani che si tengono lì! Sempre segretamente, riesce addirittura a infiltrarsi all’incoronazione del fratello nel 1804! 

Qui incontrò la sua rivale: Josephine de Beauharnais, moglie di Napoleone e come Paolina bella, capricciosa, astuta e scandalosa! Tra le due c’era invidia, rivalità e antipatia, e dietro al divorzio di Napoleone ci fu proprio lo zampino della vanitosa sorella, che non vedeva l’ora di liberarsi della nemica. 

Nel 1807, poi, la sua bellezza fu incoronata: Antonio Canova la volle ritrarre nel marmo, scolpendo per sempre l’avvenenza della principessa. 

Si dice che inizialmente l’artista volesse rappresentarla nelle vesti della dea Diana, vergine e cacciatrice, ma Paolina scoppiò a ridere: se l’avesse ritratta come vergine, nessuno ci avrebbe mai creduto, aveva commentato lei. 

Il risultato era così fedele all’originale, che il principe Borghese ne impedì la visione, talmente ne era geloso. 

La vita di Paolina trascorreva così tra sfarzo, noia, frivolezze e amori clandestini non troppo segreti. La principessa non era certo felice: a questo, si aggiunse nel 1804 la morte del figlio Dermide. La sua salute cagionevole peggiorò col trasferimento a Torino, dove lei e il marito furono padrino e madrina di battesimo di Camillo Benso, futuro conte di Cavour. Dalla padella alla brace: Torino era spenta, noiosa, bigotta e conservatrice. Napoleone continuava a negarle il permesso di tornare a Parigi e a lei non restava che distrarsi con i suoi amori futili ed effimeri. Il principe non ne poteva più, così l’abbandonò. 

Nel frattempo Napoleone, l’unico uomo a cui rimase fedele per tutta la vita, fu spedito in esilio all’Isola d’Elba, dove lei – unica tra tutti i fratelli e le sorelle Bonaparte che pur avevano giovato del successo e del potere di Napoleone – lo seguì, rinunciando allo sfarzo e alla mondanità che tanto aveva amato. 

Quando poi lui fu esiliato a Sant’Elena, lei volle seguirlo anche lì, ma lui non glielo permise. 

Così Paolina si trascinò da una parte all’altra d’Italia, trovando forse pace solamente nel suo secondo soggiorno romano, quando col permesso del marito – ormai da dieci anni lontano da lei – potè acquistare una villa. Dopo il rifiuto della madre Letizia di dare alla villa il nome dei Bonaparte poiché non ritenuta una dimora sufficientemente sfarzosa, Paolina le diede il suo di nome e si dedicò all’arredo di quella che è ritenuta la dimora più bella ed elegante della famiglia. Oggi Villa Paolina ospita l’ambasciata francese presso la Santa Sede. 

Gravemente malata di tumore al cancro, si riconciliò col marito che la accolse in casa sua a Firenze. Il 9 giugno 1825, Paolina, la più bella, si spegne. 

Di lei ha scritto il giornalista Raffaello Barbiera: 

“Napoleone, fra tutte le sorelle, prediligeva Paolina; era il suo Beniamino, ma un Beniamino un po’ seccante. Avrebbe voluto levarsela volentieri d’attorno, perché a Milano e a Mombello gliene faceva di tutt’i colori: frugava curiosa nelle carte, ascoltava alle porte i discorsi dello stato maggiore, e colla sua testina dai capelli annodati sulla nuca, faceva girar le teste e i testoni dei guerrieri”.

Giulia Faina

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