Quanto sei bella Roma con Calipso:
il tempo libero speso bene!

Cerca

Fiori di zucca alla romana

Se con la fantasia volassimo indietro nel tempo, a circa 2000 anni fa, e immaginassimo di essere un antico romano che, all’ora di pranzo, vaga per i vicoli della città, sarebbe facile imbatterci in un thermopolium e non perché era, forse, l’esercizio più diffuso: saremmo attratti da odori che, a quell’ora – ieri come oggi – mettono languorino

In questa stagione, la bella stagione, l’odore che ci attirerebbe di più sarebbe quello del “fritto di frittelle”

Sì, ma quali frittelle?

Non ci crederete, ma quelle frittelle sono i nostri Fiori di Zucca alla romana!

Prelibatezza della cucina italiana, apprezzata in diverse regioni, sono tipici del Lazio e, in particolare, di Roma. La ricetta si è tramandata nel tempo come un piatto casalingo, ideale per uno snack, un antipasto o un aperitivo.

Chi ha la fortuna di poter osservare la natura, ha sicuramente notato quanto sia bello, colorato ed opulento il fiore di zucca e di zucchina.

Il fiore di zucca, oltre a donarci la sua bellezza, è altrettanto buono in cucina per realizzare invitanti e profumati piatti. Nel periodo estivo si possono raccogliere i fiori maschili, a stelo lungo, o quelli femminili all’apice della zucchina, purché grandi e aperti.

Sono una prelibatezza da gustare bollente a cui è difficile rinunciare e il segreto sta nel preparare una pastella croccante che avvolga il ripieno morbido di acciughe e mozzarella.

Come sempre vi rivelo i miei segreti:

  1. La prima operazione riguarda proprio la pastella, che deve lievitare: sciogliere un paio di grammi di lievito di birra liofilizzato in un bicchiere d’acqua con una punta di cucchiaino di zucchero; aggiungerlo poi alla farina e lavorare aggiungendo altra acqua finché l’impasto non diventa un composto omogeneo e corposo. Solo a questo punto aggiungere il sale, amalgamare, coprire la ciotola con pellicola e far riposare in frigo
  2. Nel frattempo che il lievito fa il suo lavoro, occupiamoci dei fiori che vanno aperti molto delicatamente, staccati i pistilli (usare le forbici da cucina agevola l’operazione), lavare i petali sotto un filo d’acqua con attenzione a non rovinarli e metterli in un colino a testa in giù
  3. Occupiamoci ora del ripieno: tagliare a cubetti una mozzarella ben scolata e preparare tanti filetti di acciuga quanti sono i fiori
  4. A questo punto, possiamo farcire i nostri bei fiori ma prima tamponiamoli con un panno asciutto
  5. Passarli, una volta farciti e ben chiusi, nella pastella fredda e immergerli nell’olio caldo, girandoli un paio di volte togliendoli dal fuoco quando saranno sufficientemente dorati su tutti i lati (ci vorranno un paio di minuti al massimo se la temperatura dell’olio è quella giusta), adagiandoli su carta assorbente.
 
Mangiare caldi!

Non vi ho dato le dosi, perché variano in base al numero di fiori. È comunque molto facile trovare l’amalgama giusta!

Un piccolo consiglio: bisogna cuocerli un po’ per volta, per non “raffreddare” l’olio, altrimenti si lessano e assorbono troppo olio, diventando pesanti e non croccanti

Curiosità: esiste la variante ebraica farciti sempre con l’acciuga ma anziché la mozzarella si usa un formaggio simile, chiamato “Provatura”

Insomma che aspettate?

Se non avete l’orto, al mercato in questa stagione si trovano in abbondanza!

Buon appetito!

Anna Maria

Condividi
Twitter
WhatsApp

SI RICORDA CHE

  • Tutte le visite guidate sono con prenotazione obbligatoria.
  • In risposta alla prenotazione, verrà comunicato luogo e ora dell’appuntamento.
  • La presenza e la puntualità sono una forma di rispetto verso gli altri
  • Per qualsiasi info contattare il numero: 340.19.64.054

TRADIZIONI

Le Fettuccine alla Papalina

Passeggiando per le vie di Trastevere e Testaccio è impossibile trovare nei menu delle trattorie, storiche o nuove che siano,

La frittata romana

Scommetto con chiunque che se vi chiedessi l’ingrediente principale mi rispondereste le uova E invece no! Partendo dal presupposto che

Oggi si mangia la trippa!

Nata come piatto povero, la trippa è lo stomaco del bovino, una delle tante interiora appartenenti al “quinto quarto”, la

FACEBOOK

error: Content is protected !!