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Il Pincio e i suoi fantasmi

Una promenade cittadina, voleva Napoleone Bonaparte, all’ingresso della porta nord di Roma. È così che nasce l’idea di valorizzare Piazza del Popolo e la salita fino a Villa Borghese. È così che nasce il Pincio.

Ma il Pincio, uno dei colli romani, era posto ambìto già nell’antica Roma ed era la zona fresca e salubre dove i ricchi sceglievano di costruire le loro fastose residenze estive.

Il colle divenne, sotto Aureliano, una difesa naturale, quando l’imperatore costruì le sue mura di confine e lo inglobò in esse.

Un tratto di questo muro lungo circa un chilometro, quello oggi denominato Viale del Muro Torto, era chiamato fino al tardo Ottocento il “Muro Malo”.

Questa denominazione, legata a varie leggende, fece sì che facesse divenire la zona luogo di sepoltura. Più esattamente vi venivano seppelliti i non battezzati, ladri, assassini, presunti stregoni, streghe, giustiziati…i loro corpi senza vita venivano buttati fuori dalle mura della città, proprio in questo punto, creando così un “popolatissimo” cimitero sconsacrato.

Tra i tanti, possiamo ricordare due Carbonari: Angelo Targhini e Leonida Montanari, ghigliottinati da Mastro Titta in Piazza del Popolo e ricordati da una targa posta a destra di Porta del Popolo nel 1909.

All’impavido e sorridente Targhini e all’ironico Montanari è legata una leggenda romana, una delle tante che rende la nostra città unica e indimenticabile: passeggiando dal tramonto per i viali sinuosi del Pincio, arredati da ben 229 busti di personaggi celebri che hanno fatto grande il nostro Paese, è possibile imbattersi nei fantasmi di questi due giovani eroi che hanno dato la loro vita per un ideale. A chi avrà il coraggio di sostenere il loro sguardo, sarà fatto beneficio di numeri vincenti al lotto. Ma attenzione: Angelo e Leonida vagano per il Pincio con le rispettive teste nelle loro mani!

I due carbonari non sono gli unici fantasmi “celebri” a infestare la zona. Il più illustre è quello di Nerone il quale si uccise con l’aiuto del liberto Epafrodito. La storia narra che qualcuno l’avrebbe visto anche vicino a Porta del Popolo, poiché la tomba dei Domizi è laddove oggi è Santa Maria del Popolo, chiesa costruita per volere di Papa Pasquale II, per scongiurare un ritorno dell’odiato imperatore.

Queste sono solo le leggende legate ai fantasmi, ma quelle legate al Pincio sono molte di più. Come il Pincio offre molto di più: una storia di bel oltre 2000 anni e i più bei panorami sulla nostra Roma.

Anna Maria

Visita guidata tematica: Il Pincio

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