Quando si parla di Repubblica Romana, la mente corre indietro nei millenni e va al passaggio dalla Monarchia alla Repubblica, con le leggende e la storia dei primi secoli di Roma.
Di repubbliche romane, effettivamente, ce ne sono state altre. L’ultima, quella del 1849, di cui il 9 febbraio ricorre l’anniversario della proclamazione.
Le vicende che portarono alla proclamazione della Repubblica Romana ebbero inizio nel gennaio 1848, quando giunse notizia dell’insurrezione di Palermo contro il re Borbone, insurrezione scoppiata il 12. Seguì una rivoluzione a Napoli, il 27, che costrinse, due giorni dopo, Ferdinando II a promettere la Costituzione, promulgata poi l’11 febbraio. Fu la miccia rapida che portò alla concessione della Costituzione in vari altri stati: Toscana, Piemonte e, da ultimo, anche quello della Chiesa, il 14 marzo.
Era l’ultimo atto di un papa liberale che stava conquistando il popolo romano e che arrivò al culmine della sua popolarità quando il 24 marzo permise la partenza da Roma per Ferrara di un Corpo d’Operazione per affiancare l’azione di Carlo Alberto, re di Piemonte, che aveva varcato il Ticino (naturale confine con il Lombardo-Veneto in mano agli Austriaci) e marciava verso Verona: formalmente, aveva dichiarato guerra all’Austria, affiancato dal Papa e da Leopoldo II di Toscana, cugino dell’imperatore Ferdinando I d’Austria.
Ma fu fuoco di paglia quello del Papa che sconfessò gli entusiasmi patriottici dei mesi precedenti, provocando una profonda delusione negli animi dei Romani, tanto nobili quanto popolani.
Quando con l’Allocuzione al Concistoro del 29 aprile 1848 Pio IX condannò la guerra all’Austria, ben 7 ministri rassegnarono le proprie dimissioni e in quell’estate del 1848 non fu possibile formare un nuovo governo, nonostante l’estremo tentativo del Papa che inviò una lettera privata a Ferdinando I d’Austria, con l’invito a rinunciare al Lombardo-Veneto.
Pio IX tentò, allora, l’ultima carta e dette l’incarico di governo al conte Pellegrino Rossi che si mostrò attento alle istanze patriottiche, decretando sussidi e pensioni ai feriti e alle vedove di guerra. Ma il risultato non fu quello sperato: Rossi si alienò i favori della Curia e degli ambienti conservatori, minacciati nei loro privilegi feudali, senza neppure convincere i rivoluzionari delle sue buone intenzioni. Anzi pagò con la vita il suo tentativo: nell’attentato del 15 novembre, giorno di riapertura del Parlamento romano, venne accoltellato a morte, coperto dalla folla, probabilmente da Luigi Brunetti , figlio del capopopolo democratico Ciceruacchio.
Il Papa che non volle accettare – ma neanche ascoltare! – le condizioni del popolo, ritenendo tale azione pari ad un’abdicazione, la notte del 24 novembre fuggì da Roma, vestito come un semplice sacerdote in una carrozza chiusa e dal rifugio di Gaeta – sotto la protezione del Regno delle Due Sicilie, quindi – dapprima respinse ogni delegazione lì giunta per tentare una trattativa e poi minacciò di scomunica chiunque avesse partecipato alla consultazione elettorale indetta dalla Giunta “provvisoria e suprema ” nominata il 12 dicembre il Consiglio dei deputati.
I più “timorati di Dio”, ovvero i più sensibili ai richiami del Pontefice, i legittimisti e una parte dei moderati non si recarono ai seggi di quelle elezioni che si svolsero comunque e decretarono la vittoria dei democratici. Era il 9 febbraio 1849.
Aveva così inizio la Repubblica Romana che, seppur di brevissimo respiro (solo 5 mesi), fu storia di straordinaria e struggente passione e amor patrio, un’esperienza politica, culturale e umana che ha concentrato in pochi mesi idee e passioni proiettate nel futuro.
È la storia dell’impegno e del sacrificio di uomini e donne che si sono battuti per un ideale.
La Repubblica Romana è stata infatti un cantiere aperto di idee nuove, alcune delle quali si sono concretizzate solo molti anni dopo o sono giunte fino ai nostri giorni solo parzialmente realizzate
La Carta costituzionale della Repubblica Romana fu emanata il 3 luglio 1849 dall’Assemblea costituente, dalla loggia del Campidoglio, quando oramai i Francesi fraudolentemente avevano abbattuto la resistenza eroica della Repubblica sulle mura del Gianicolo.
Quella Costituzione, che dal 2011 giganteggia sulle mura del Gianicolo a memoria della sua grandezza, contiene “i principi fondamentali”, che sono i principali diritti civili che hanno ispirato le Costituzioni dei paesi liberi e democratici, inclusa quella italiana.
La Repubblica Romana, erroneamente definita un’esperienza compiuta, è stata invece esperienza significativa nella storia dell’unificazione italiana, che rappresentava l’obiettivo della Repubblica, e vide l’incontro e il confronto di molte figure di primo piano del Risorgimento accorse da tutta la Penisola, fra cui Giuseppe Garibaldi e Goffredo Mameli.
Sentir narrare della Repubblica Romana accende l’animo di ogni Italiano e lo fa “marciare” a ritmo del Canto degli Italiani che di quella Repubblica fu inno, come della nostra!
Anna Maria
Visita guidata tematica: Il Gianicolo, amori e battaglie della Repubblica Romana