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Le Castagnole

Il 17 gennaio, giorno in cui si celebra Sant’Antonio Abate, protettore degli animali (una volta si portavano in chiesa per farli benedire), in passato si festeggiava facendo un bel rogo degli alberi di natale, perché il giorno di Sant’Antonio lascia alle spalle definitivamente le festività natalizie che cedono il passo al Carnevale.

Il rogo aveva un valore fortemente purificatorio, in ricordo delle piaghe comparse sul corpo del Santo durante la lotta contro il demonio.

Il Carnevale è sinonimo di divertimento e il primo diletto è sicuramente la gola!

Uno dei simboli del Carnevale sono certamente le castagnole. Ecco un proverbio marchigiano:

«Fenito Carnevà, fenito amore
fenito a fà la pachia da signore
fenito de stacià farina in fiore
fenito de magnà le castagnole»

Il nome “castagnole” si richiama alla forma delle castagne, un diminutivo che indica la forma ridotta.

Questo sfizio, per lo più fritto e zuccherato, ha origini antiche, ma non antichissime.

È stato ritrovato, nell’Archivio di Stato di Viterbo, un volume manoscritto del Settecento in cui sono descritte ben quattro ricette di castagnole, di cui una prevede la cottura al forno, il che ci insegna che tale cottura non sia stata adottata recentemente nell’intento di rendere il dolce più leggero. E si suppone che di castagnole si parlasse già nel 1692: cuochi di case nobiliari di quell’epoca, tra cui il Nascia di Casa Farnese, scrissero di “struffoli alla romana”, la cui ricetta corrisponde a quella delle castagnole.

Io, come a solito, vi do la mia e vi assicuro che sono buonissime!

  • Emulsionare 40 grammi di burro con 50 grammi di zucchero
  • Aggiungere un cucchiaio di limoncello e due uova piccole.
  • In un’altra ciotola miscelare 200 grammi di farina, 8 grammi di lievito x dolci, un pizzico di sale e buccia di limone grattugiata
  • Aggiungere a cucchiaiate questa miscela alla prima: si otterrà una “palla” morbida
  • A questo punto ne facciamo tante palline (grandi come biglie) e friggiamo
  • Dopo averle fatte asciugare un po’ dall’olio in eccesso, passiamole nello zucchero semolato
  • Il risultato? Quelle in foto: le ho appena fatte io!

Buon appetito!

Anna Maria

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