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Pomodori con riso

“Anto’, fa caldo!”, recitava una pubblicità.

E quando fa caldo mangiare a volte è quasi una fatica. Però se profumo e sapore stuzzicano l’appetito, mangiare diventa un piacere!

Ed ecco allora il pranzo estivo perfetto, da mangiare tiepido, ottimo al parco o in spiaggia: i pomodori col riso, il piatto unico estivo.

Le origini di questa ricetta sono molto antiche, certo non antichissime, visto che il pomodoro è originario del Messico e delle Ande peruviane ed era già consumato dagli Aztechi e dai Maya tremila anni prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo. Arrivò in Europa sulle navi dei conquistadores spagnoli con Hernàn Cortès, si diffuse nelle repubbliche marinare di Napoli e Genova, prima ancora che nel resto d’Europa, già a metà del 1500.

Insomma, arriva il pomodoro e lo si impiega subito per gustare innumerevoli condimenti per la pasta e in estate si inventano i pomodori con il riso. È difficile stabilire con certezza quale sia la loro origine: alcuni ritengono siano nati nella Capitale, altri nella provincia di Rieti, nella zona dell’Alto Tevere. Si tratta comunque di una pietanza popolare, costituita da ingredienti poco costosi e quindi accessibili a tutti.

L’ipotesi più accreditata li vuole comparire per la prima volta sulle tavole ebraiche e nei menù delle osterie e taverne del Ghetto di Roma, nel periodo della Pesach (la Pasqua ebraica).

La cucina ebraico-romanesca è fonte di ricette celebri, “inventate” dai sefarditi, che arrivarono in Italia alla fine del Quattrocento – quando i reali di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona, conquistarono Granada, la cosiddetta “città infedele” – dando vita a una gastronomia che risentiva di influenze spagnole e arabe.

La Pasqua ebraica, che celebra il ricordo della fuga dall’Egitto di Mosè, impone il divieto di mangiare cibi lievitati, concedendo esclusivamente il consumo di riso e pane azzimo.

Ma in cosa consistono i pomodori con il riso? Innanzitutto i pomodori devono essere rossi e belli grossi, scavati, riempiti con riso, olio e le erbette e cotti in forno, con un bel contorno di patate.

Vediamo però come si fanno

Come sempre, quando si tratta di questo argomento, sono pronta a darvi la mia ricetta (che poi è quella ereditata da mia madre), anche perché è testata e vi può guidare passo passo a realizzarla, con alcuni accorgimenti dati dall’esperienza.

Pronti? Allacciate il grembiule!

  • Come prima cosa, scelti dei bei pomodori rossi e freschi, lavateli accuratamente e tagliateli alla sommità, conservando il “cappellino”
  • Svuotarli con un cucchiaio, mettendo la polpa in una ciotola (io la metto direttamente nel bicchiere del robot da cucina)
  • Allineare i pomodori capovolti in uno scolapasta, in modo che perdano l’acqua di vegetazione
  • Alla polpa aggiungere aglio, basilico, origano, sale e frullare
  • In ultimo, condire con olio e mescolare
  • Aggiungere quindi (sempre alla polpa) un cucchiaio di riso per risotti per ogni pomodoro + un altro cucchiaio.
  • Nella teglia foderata con la carta forno oliata disporre i pomodori “scolati”
  • Condire ogni pomodoro con un goccino d’olio e un pizzichino di sale
  • Riempire ogni pomodoro con una cucchiaiata abbondante del preparato, completare con un filino d’olio e chiudere con il suo “cappellino”
  • Distribuire il rimanente preparato nella teglia stessa, riempirla di acqua fino a metà altezza dei pomodori, completare con un po’ d’olio
  • Far riposare il tutto per 5–6 ore o una notte intera in frigorifero, coprendo la teglia con pellicola o carta alluminio
  • Trascorso il “riposo”, cuocere in forno caldo a 200° e a metà cottura aggiungere le patate tagliate a spicchi, già condite con olio, sale, pepe, cipolla sottile e origano
  • Quando le patate sono quasi cotte, coprire la teglia con carta alluminio (per evitare che il riso si bruci o si secchi) e completare la cottura


E…buon appetito!

Anna Maria

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