Tacito scrisse di lei che aveva avuto ogni dono dalla natura “tranne che un animo onesto”. Peccato però che quando Poppea morì lui avrà avuto al massimo 7 anni.
Racconto de relato? Molto de relato!
Di grande bellezza e intelligenza, era il frutto del matrimonio tra Tito Ollio, pretore, e Poppea Sabina major, donna distinta, che le fonti antiche descrivono dalla florida bellezza e dalla notevole classe: per Tacito fu una delle donne più amabili dei suoi tempi.
Dalla madre aveva ereditato il grande fascino e sposò, poco più che bambina, Rufrio Crispino, capo della guardia pretoriana del regno di Claudio e dal quale ebbe un figlio. Cattiva sorte toccò al marito: la nuova imperatrice, l’ambiziosa Agrippina, lo rimosse dall’incarico – per poi giustiziarlo – solo perché aveva favorito Messalina.
Nerone era da poco diventato imperatore e durante un banchetto i due si incontrarono per la prima volta: lui rimase abbagliato dalla bellezza e dal fiero portamento di Poppea, accompagnato da un carattere mite e riservato, ben disposto a contraccambiare quell’amore nascente.
Un amore però che non poteva convolare a nozze: Nerone era da tempo sposato con Claudia Ottavia, figlia dell’Imperatore Claudio che lo aveva adottato e che morendo gli aveva lasciato il trono
Così, per poter avere Poppea sempre accanto, Nerone chiese all’amico Otone di prenderla in sposa per poi, secondo i costumi dell’epoca, diventare la sua amante senza destare troppo scandalo. Allontanò in ogni caso il marito nominandolo governatore in Lusitania, che fu da questi amministrata con moderazione non comune a quel tempo.
Poppea era l’icona della bellezza della quale era consapevole e che curava affinché si conservasse a lungo: faceva quotidianamente un bagno rilassante nel latte d’asina per rendere la sua pelle più morbida e bianca. E ne conosciamo anche la ricetta “miracolosa”: latte d’asina, miele, bicarbonato, sale marino, olio d’oliva e petali di rose
Ecco cosa ci racconta Plinio il Vecchio nella sua Historia Naturalis: “Si ritiene che il latte d’asina elimini le rughe dalla pelle del viso e la renda più morbida e bianca e si sa che certe donne vi si curano le gote sette volte al giorno, facendo bene attenzione a questo numero. Fu Poppea, la moglie dell’imperatore Nerone ad inaugurare questa moda, facendone uso anche per il bagno, e per questo in viaggio si portava indietro mandrie di asine”
E non dimenticava neanche la lucentezza e la morbidezza dei suoi ricci, sui quali applicava una mistura, di cui ci parla anche Ovidio, fatta di “latte, aceto e tuorlo d’uovo perché rendeva i boccoli più compatti e modellabili”.
Non mai rinunciava al profumo e ad Oplontis, nella sua villa, gli archeologi hanno ritrovato il contenuto carbonizzato in boccette di vetro così come residui di rosmarino e maggiorana, spezie usate come antinfiammatori.
Poppea ci risulta essere stata anche golosa di dolci ed in particolare della cassata oplontina, così chiamata perché dipinta nella villa in un affresco del I sec. d.C. Qui, grazie al ritrovamento di resti papiracei con la ricetta originale scritta in un latino alquanto approssimativo e all’attenta osservazione dell’affresco, si è cercato di ricrearla. Questi gli ingredienti: ricotta di pecora, datteri, noci, miele, uva passita, prugne e albicocche secche, pinoli, cedro, farina di mandorle e polvere di cocciniglia.
Ma al di là del lusso, sfarzo e coccole che si concedeva, Poppea è certo che non fosse solo bella, ma anche intelligente e scaltra e soprattutto consapevole dell’ascendente che aveva su Nerone. Entrò presto in conflitto con Giulia Agrippina, l’ambigua madre dell’imperatore, costituendo per quest’ultima un vero e proprio ostacolo alle mire di governare a fianco del figlio o, meglio, di farlo in sua vece. Sempre Tacito ci dice che Agrippina, pur di estromettere Poppea e garantire il potere a se stessa, abbia addirittura tentato l’incesto, sebbene fu più la ragion di stato a comandare a Nerone di ordinare la morte di sua madre, pur soffrendone intimamente.
Era il 59 e solo nel 62 Nerone sposò Poppea, dopo aver ripudiato Claudia Ottavia per sterilità e averla esiliata. Ma il popolo acclamava il ritorno della figlia dell’imperatore Claudio e fu così che l’irreprensibile e dolce Ottavia fu fatta orrendamente e vigliaccamente uccidere.
Un peso che gravava sulla coscienza di entrambi quella morte ingiusta e che ritennero causa delle sciagure a venire nella loro unione: la gioia della nascita di una figlia si spense, quando Claudia Augusta morì a soli 4 mesi, lasciando i genitori nel più totale sconforto; Roma fu quasi completamente devastata da un incendio, venne a galla la congiura pisoniana cui seguì la terribile punizione che portò alla morte di Petronio, Seneca e Lucano, mentre la situazione personale e politica della coppia regale peggiorava di giorno in giorno, fino al triste epilogo: Poppea, di nuovo incinta, morì a 35 anni e quel figlio non vide mai la luce.
Il corpo che era appartenuto a una delle donne più belle e affascinanti che la storia ricordi fu imbalsamato e profumato con essenze e a Nerone toccò il compito di pronunciare lo straziante elogio funebre.
Biasimata soprattutto dagli autori cristiani che la dipinsero come un demone lussurioso, l’immagine di Poppea, nel corso dei secoli, è stata tramandata come quella di una sfruttatrice senza scrupoli e una feroce maliarda, una “femme fatale”, per utilizzare una locuzione moderna, la cui vita finì, secondo la tradizione della damnatio memoriae che investì l’imperatore dopo la morte, a causa di un animalesco calcio al ventre sferratole dallo stesso Nerone durante uno dei suoi consueti momenti di ira.
La tesi oggi storicamente accettata – ma sempre seconda a livello popolare al filone del femminicidio ante litteram – vede invece Poppea morta a causa di alcune complicanze della gravidanza: prove documentali rinvenute, attestano infatti che in quel tempo fosse malata.
L’impulso a questo nuovo punto di vista nasce quindici secoli dopo la sua morte, grazie a Claudio Monteverdi, compositore italiano, che ne diede un ritratto meno fosco, evidenziandone l’amore per l’imperatore. È così che Poppea, come molti personaggi femminili della storia, viene via via riabilitata in quello di una donna colta e intelligente, della quale Nerone – non di certo pazzo e incendiario – ebbe grande stima, consultandola spesso in merito a varie questioni.
E quando il tarlo si insinua, si sa, alla fine la luce si vede!
Anna Maria
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