Nascosta fra i monumenti e le vie principali della capitale, vi è un’altra Roma, sicuramente più inquietante, ma non per questo meno affascinante. Roma è una città che si fonda sulle leggende: la storia di Romolo e Remo, permeata di divinità, rende i Romani diretti discendenti dei Troiani e degli Dei!
Il popolo romano è da sempre connesso alla superstizione e alla magia: dall’Imperatore Tiberio, fortemente scaramantico, a Papa Pio IX che alla “iella” ci credeva proprio.
Nell’antica Roma nessuna decisione poteva essere presa senza aver prima consultato i voli degli uccelli o le viscere di animali sacrificati.
Roma esoterica è un argomento che intriga davvero: la città è ricca di luoghi misteriosi che celano un altro volto della Capitale, poco conosciuto, ma davvero affascinante.
L’orientamento dei suoi monumenti, oggetto di studio anche per Raffaello, svela come da sempre si sia cercata la verità negli astri.
Sole, Luna e stelle governano con la loro influenza la capitale e anche il mondo, il presente come il passato.
Il plenilunio continua ad incantare l’uomo come, d’altra parte, l’eclissi affascina.
Come tutti gli avvenimenti inspiegabili, strani o semplicemente rari, le eclissi lunari e solari hanno sempre colpito l’immaginario popolare, che dava loro connotazioni di negativi presagi o manifestazioni diaboliche.
È noto che Cristoforo Colombo, attento studioso dei fenomeni astronomici, sfruttò un’eclissi lunare per ottenere l’aiuto degli indios della Giamaica: simulò di invocare l’intervento di Dio, sapendo che l’eclissi di luna sarebbe diventata per i poveri selvaggi una manifestazione divina
Effettivamente vedere il disco luminoso e candido della Luna (o del Sole) venire lentamente coperto da un altro disco estraneo, nero e buio come gli Inferi, sottolinea il presunto carattere magico del fenomeno: come se le tenebre volessero letteralmente “mangiare” la luce, come se la morte prendesse il sopravvento sulla vita.
Nell’antichità un’eclissi metteva pace anche tra i guerrieri che rinunciavano a belligerare per paura e li vedeva pure di comune accordo ululare in direzione della Luna, per spaventare il nero Essere mostruoso che la stava “divorando”.
I Maya, civiltà mesoamericana dai raffinati sistemi matematici e astronomici, non avevano affatto paura dell’eclissi lunari e solari, anzi sapevano predirle con estrema esattezza, contrariamente ai Persiani che credevano che l’eclissi fosse una punizione divina nei confronti degli uomini.
Nel Medioevo, addirittura, i contadini conferivano alle “Streghe cattive” il potere di provocare le eclissi fossero semplicemente pronunciando specifiche parole magiche capaci di “ipnotizzare” la Luna, obbligandola ad avvicinarsi alla terra per deporre una sorta di rugiada schiumosa sulle erbe che poi sarebbero servite alle fattucchiere per compiere ogni sorta di nefandi sortilegi. Al sole invece era riservata l’azione di bruciare non solo piante e coltivazioni, ma anche la salute del cervello umano.
L’antitodo? Far rumore, ovvero un vero e proprio baccano che potesse impedire agli astri di ascoltare le terribili parole magiche delle fattucchiere.
E i Napoletani, che hanno da sempre saputo esorcizzare ogni fenomeno, hanno individuato persino il numero da giocare al lotto: il 70. Insomma, conclusione in bellezza o, meglio, a tarallucci e vino!