Ci sono amori destinati a durare per sempre, anche se non in modo canonico. Amori che si modificano, si trasformano, ma che legano due persone indissolubilmente, anche quando la vita li porta lontano, verso altre persone ed altri luoghi o, semplicemente, dai lati opposti del Tevere. È il caso di MoranteMoravia, come li chiamavano, ovvero la scrittrice Elsa Morante e lo scrittore e sceneggiatore Alberto Moravia che, a modo loro, si amarono per tutta la vita. I due venivano da situazioni diametralmente opposte: lui rampollo di una famiglia dell’alta borghesia, lei scrigno delle speranze (e delle frustrazioni) di una madre insoddisfatta, invadente e prepotente. Ad unirli, l’esperienza del dolore in giovane età. Per lei, la consapevolezza di un segreto terribile, per lui la malattia. Infanzia e adolescenza in una clinica, isolato da tutto e da tutti. A fargli compagnia, solo i suoi libri. È così che Alberto concepisce la sua opera prima, “Gli Indifferenti”. Il romanzo è un successo, Moravia è riconosciuto come l’enfant prodige della letteratura italiana, ma il rovescio della medaglia è dietro l’angolo: non piace alle alte cariche del Fascismo.
Il primo incontro tra i due evidenzia la determinazione e la grinta della Morante. È lei che si è adoperata per conoscerlo, è lei a fargli scivolare tra le mani le chiavi del suo appartamento. I due diventano amanti, ma la relazione è complicata: Elsa ama totalmente, visceralmente, regala tutta se stessa; Alberto è scostante, infedele, fugge per lunghi viaggi in giro per il mondo, ma poi torna sempre da lei. Elsa è bella, autonoma, indipendente, niente a che vedere con le ricche ereditiere con cui lui era solito accompagnarsi. Soffre molto la loro differenza sociale, odia che la fama di Moravia oscuri il suo talento e detesta essere nota solo come sua moglie, perché sì, alla fine, la ragazza povera e anti convenzionale riesce a conquistare lo scrittore sciupafemmine e a farsi sposare.
La coppia MoranteMoravia affronta i periodi più bui della storia italiana: il fascismo, la censura, le persecuzioni razziali, il fanatismo, la guerra, la fuga in Ciociaria, la povertà e la mancanza di lavoro. Ne esce però sempre vincitrice, grazie soprattutto alla forza di Elsa, che sembra saper gestire al meglio gli accadimenti: il successo del marito, il suo, i premi letterari, le serate di gala, i tradimenti di lui, gli innamoramenti extraconiugali di lei, la noia di una vita borghese.
Il loro matrimonio termina nell’esasperazione e nell’incredulità di entrambi, incapaci di immaginare una vita l’uno senza l’altra. I due resteranno sempre legati e quando Elsa si ammalerà, Alberto andrà da lei tutti i giorni, nonostante il suo odio per gli ospedali. Elsa è la prima ad andarsene, lasciando Alberto spaesato e confuso. Lui la seguirà qualche anno dopo, colpito da infarto fulminante.
Giulia Faina
Visita guidata tematica: “A difficil amori io nacqui”: seguendo le tracce di Morante e Moravia