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Frati scienziati, grandi dimenticati

Quando si nomina San Francesco, la nostra mente va al poverello d’Assisi, patrono d’Italia

Ma ce ne è un altro importante e anch’egli fondatore di un ordine, a cui dobbiamo la maggior parte delle scoperte della scienza moderna

Ingegnere, pensatore, medico e rabdomante, ebbe un ruolo di primo piano nelle élites progressiste della Francia rinascimentale: era un frate calabrese, fondatore dell’Ordine dei Minimi. Era San Francesco di Paola.

L’Ordine dei Minimi era formato da fisici, matematici, filosofi, musicologi, ottici e artisti: tutti religiosi francesi che fecero scalpore nella Roma del Seicento con le loro scoperte e le loro opere rivoluzionarie

Testimonianze di questa rivoluzione scientifica e culturale sono rintracciabili nella chiesa e convento di Trinità dei Monti, costruita infatti da un re francese e ancora oggi officiante in lingua, che ci accoglie con un orologio solare posto su una delle torrette

Entrando nel convento si rimane colpiti da una sala chiusa dove opera, ancora perfettamente, una meridiana. Il geniale Padre Maignan, autore nel 1648 de “La Perspectiva Horaria”, un trattato di ottica e gnomonica, ha tracciato la monumentale meridiana, detta catottrica, che funziona grazie ad uno specchio su cui la luce del sole si riflette e arriva sul soffitto e sulle pareti di un corridoio lungo circa 20 metri.

Proprio il rapporto tra l’ottica e la gnomica, in considerazione dell’epoca e del contesto culturale, fu una grande innovazione e scoperta come, d’altra parte, tutte le sue ricerche, legate alla filosofia naturale che, pur mantenendo profondi legami con il credo teologico, miravano alla scoperta di un metodo universale capace di conciliare e spiegare verità fisiche e metafisiche.

Ne “La Perspectiva Horaria” il religioso studia le deformazioni delle figure e contribuisce allo sviluppo dell’anamorfismo. Questa tecnica consisteva nell’«esporre un meraviglioso e preciso artifizio per deformare, in maniera molto semplice e rapidissima su qualunque superficie murale o voltata, un’immagine rappresentata su una tavoletta, in modo che, vista da un punto si ricomponga otticamente e appaia nitida, chiara e simile al prototipo; vista invece da vicino, o frontalmente sparisca, lasciando apparire qualcos’altro di ben diverso e tuttavia ben rappresentato».

Esempio delle alterazioni visive è l’affresco a Trinità dei Monti che immortala San Francesco di Paola nel miracolo dell’attraversamento dello Stretto di Messina.

Inoltre nella meridiana si leggono, attraverso il raggio di luce riflessa, le ore nei tanti paesi del mondo allora conosciuto e i loro nomi, calcolate in diversi sistemi orari: ore italiche, babiloniche, astronomiche o francesi e temporarie, dall’inizio della mattina alle prime ore del pomeriggio.

La Meridiana è corredata da un altro strumento raro e singolare: una tavola per leggere quale pianeta domina ogni ora di ogni giorno della settimana.

Al medesimo convento arrivò nel 1632 anche il diciannovenne Padre Jean Françoise Niceron parimenti interessato all’ottica, catottrica e diottrica. Il suo impegno principale fu la divulgazione delle opere di uomini di scienza e sperimentò gli assunti galileiani.

Proprio accanto a questo edificio sacro, infatti, è Villa Medici, all’epoca residenza degli ambasciatori del Granduca di Toscana, dove il grande Galileo fu più volte ospite e poi prigioniero. Il suo reato? “Aver veduto la terra volgersi attorno al sole

Padre Niceron fece scoperte determinanti per la spiegazione dell’illusione prospettica e della “magia” raffigurativa degli oggetti.

Esempio delle sue intuizioni è l’affresco di San Giovanni Evangelista a Pathmos, a Trinità dei Monti dallo stesso realizzato. Benché per incuria di conservazione molte sue opere non sono più visibili, il suo trattato “La perspective curieuse”, è “bibbia” per gli artisti perché è guida fondamentale per lo studio delle geometrie raffigurative. È un’opera poderosa, divisa in quattro libri, con una prefazione in cui si elogiano la matematica e la fisica. Al di sopra di tutto resta però l’ottica, che investe l’astronomia, la filosofia, l’architettura e la pittura.

Insomma, questo Ordine dei Minimi è stato una vera fabbrica di scienziati, ma praticamente nessuno sa chi siano stati. Eppure San Francesco desiderava che nel suo Ordine vi fossero «huomini letterati e di studi» perché così «sommessamente piace a Dio». I padri Maignan, Niceron e Mersenne – autore de L’empietà dei deisti e che ebbe un rapporto scientifico forte con Galileo Galilei, che difese nei momenti più difficili e di cui fu traduttore e divulgatore – sono i grandi “dimenticati”, nonostante il notevole apporto fornito allo sviluppo dell’arte, della matematica e della scienza nel corso di tutti questi secoli.

Anna Maria

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