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La leggenda di Sant’Alessio

Affresco del XII sec. raffigurante sant’Alessio e il Cristo pellegrino, rinvenuto nel giugno 2019 in un’intercapedine del campanile della Basilica di San Bonifacio e Sant’Alessio all’Aventino

Una storia antica dal sapore romantico aleggia ancora sul colle Aventino e riecheggia nelle navate silenziose della basilica di Sant’Alessio. E’ arrivata a noi grazie alle interpolazioni di scribi, giullari, menestrelli, trovatori e comici, fino ad essere musicata da Stefano Landi su libretto del cardinal Rospigliosi, il futuro Papa Clemente IX. Venne rappresentata l’8 febbraio 1634 a Palazzo Barberini ed ebbe enorme successo. E’ la storia di Sant’Alessio che la chiesa cattolica ricorda il 17 luglio.

Sant’Alessio era il rampollo di una influente famiglia patrizia romana del V secolo, destinato dal padre a convolare a giuste nozze. Ahimè, Alessio non voleva sposarsi, perché amava Dio di più. E così il giorno delle nozze, con la sposa in lacrime, partì per la Terra Santa e vi rimase 17 anni a mendicare.

Si trovava sul sagrato di una chiesa ad Edessa in Siria, quando una icona della Vergine Maria (oggi secondo la tradizione, venerata nella chiesa romana di Sant’Alessio sull’Aventino) ordinò al sacrestano di far entrare nella chiesa quel mendicante. Il fatto si diffuse e rapidamente Alessio divenne “santo in vita” tra quel popolo di fedeli che cominciarono a venerarlo. Così, rifiutando gli onori, si imbarcò alla volta di Tarso, ma i venti lo spinsero sulle coste di Ostia.

Alessio prese questo evento come un’indicazione divina di far ritorno alla casa paterna dove, pur non venendo riconosciuto, fu accolto dal senatore Eufemiano, suo padre, con benevolenza. Gli fu concesso come alloggio un sottoscala vicino ad un pozzo che Alessio utilizzò per 17 anni per lavarsi e dissetarsi.

Alessio visse venerato come un santo, soprattutto da sua moglie, alla quale, solo in punto di morte rivelò la sua identità e la sua fedeltà amorosa e nelle braccia della quale spirò.

Nel momento stesso in cui morì, il 17 luglio del 412 d.C., tutte le campane di Roma suonarono miracolosamente da sole, nel palazzo si sparsero effluvi paradisiaci e fu udita una voce divina che diceva: “Cercate l’uomo di Dio affinché egli preghi per Roma”.

Ovviamente, aria di leggenda avvolge questo racconto con incredibili incongruenze storiche: perché alla Madonna potesse essere concesso l’onore degli altari sì è dovuto attendere ancora qualche secolo, per udire i rintocchi della prima campana addirittura quasi un millennio e la bellissima icona mariana miracolosa è effettivamente una preziosa opera del XIII secolo, a cui il restauro concluso nel 2015, ha restituito forma e colori originali del volto.

Tuttavia questa storia ha sempre il suo fascino e non è ancora finita!

Si dice che Alessio stringesse tra le mani un rotolo sul quale, nel finire dei suoi giorni, avesse scritto le sue memorie e, che solo il papa riuscì ad aprire quel pugno stretto e a leggere il biglietto, provocando lo strazio dei genitori che non avevano saputo riconoscere in quel mendicante il loro amato figlio.

Nel 1217 Papa Onorio III estese il titolo della chiesa di San Bonifacio anche al leggendario Sant’Alessio, dove nella cappella dedicata al Santo è custodito in una teca un frammento lungo circa un metro della scala che per tanto tempo fu suo asilo. La reliquia sovrasta la statua raffigurante Sant’Alessio sul letto di morte, opera dello scultore Andrea Bergondi, seguace del Bernini.

Testimonianza artistica sulla sua vita è il ciclo di affreschi di fine XI secolo, situato nella chiesa inferiore di San Clemente a Roma; in questo ciclo compaiono già gli attributi che lo identificano, come la scala, il bastone da pellegrino, la lettera nella mano serrata dalla morte, che verranno poi ripresi dai tanti artisti nei secoli successivi.

Nella storia di Sant’Alessio il numero 17 appare più volte: 17 sono gli anni passati ad Edessa e 17 quelli trascorsi a Roma in casa del padre; il 17 luglio è la data ritenuta della sua morte, come i giorni dedicati alla sua celebrazione sono il 17 marzo in Oriente e il 17 luglio in Occidente, e nell’anno 17 del 1200 Papa Onorio III gli dedicò la chiesa. Non a caso, nella tradizione romana, Sant’Alessio è deputato a fornire i numeri a lotto: ma chi li vuole deve rivolgersi al Santo pregando per 17 giorni, vegliando le scale della propria casa!

Anna Maria

Visita guidata tematica: Romantico Aventino

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