Di certo, quando Tiberio nacque nel 42 a.C., tutto si poteva immaginare fuorché diventasse imperatore. Alla sua nascita, poi, c’era ancora la Repubblica. Eppure lo divenne e fu il secondo, dopo Augusto, nato Ottavio, benché lui fu il primo di diritto.
Ma per tutti, in primis per la storia, il primo imperatore di Roma fu Augusto.
Forse questo fece sentire Tiberio sempre secondo a qualcuno.
La sua ascesa al trono fu certamente favorita da sua madre, Livia Drusilla che, catturato il cuore di Augusto poté divorziare dal marito, padre di suo figlio e ventisette anni più vecchio di lei, e sposare il futuro primo imperatore di Roma.
Tiberio continuò a vivere con il padre fino all’età di 9 anni e solo da orfano approdò alla casa di Augusto, ma non perché questi non lo volesse, anzi, amava talmente Livia che non poteva non amare il suo amatissimo figlio.
Augusto fu creato Princeps Senatus quando Tiberio non aveva ancora 15 anni e da subito sua madre ipotizzò la successione del figlio. Per questo si adoperò affinché tutti i designati successori da suo marito non intralciassero la sua ascesa.
Augusto aveva una sola figlia naturale e riconosciuta, Giulia, avuta dalla seconda moglie Scribonia che subì il divorzio (ovvero ripudio) appena terminati gli sforzi del parto, vedendo convolare a nuove nozze il marito solo due giorni dopo.
Come era costume, Augusto usò la figlia per garantirsi la successione, facendola sposare prima con suo nipote Marcello e poi con il suo migliore amico, il geniale Marco Agrippa, di sei mesi più anziano di lui.
Ma entrambi i mariti di Giulia morirono per strane febbri…..
Anche i figli maggiori di Giulia e Agrippa, Lucio e Gaio, morirono in circostanze inspiegabili e Giulia dovette sposare l’odiato fratellastro Tiberio. Frattanto morì anche Druso maggiore, fratello di Tiberio, quello che già cresceva nel grembo di Livia quando sposò Augusto……
Insomma, alla morte di Augusto era rimasto soltanto lui – per Marco Vipsanio Agrippa Postumo, l’ultimo figlio di Giulia e Agrippa nato dopo la morte del padre, già esiliato solo per aver screditato Livia Drusilla chiamandola matrigna, fu ordinata la morte appena spirato Augusto – e così salì al trono all’età di 56 anni e la madre, la longevissima Livia, era ancora in vita.
Tiberio era stato un generale cauto e abile, ma nella vita e anche nei rapporti con il Senato non aveva la simpatia e neanche l’acutezza di Augusto.
Soffriva per la popolarità e l’amore che il Popolo romano riservava a suo nipote Germanico, figlio di suo fratello, e da lui adottato per volere di Augusto.
Ma dalla madre aveva ereditato certamente la capacità di eliminare gli avversari e di trovare persone che facessero per lui il lavoro sporco.
Sul letto di morte in Siria, Germanico, giovane forte e possente, confessò alla amata moglie Agrippina (figlia di Giulia e di Agrippa) di essere vittima di veleni, con ogni probabilità provenienti da Roma e portati da quel Pisone che Tiberio gli aveva affiancato.
Tiberio non partecipò alla cerimonia funebre del nipote e non si schierò nel processo contro Pisone.
Tacito scrisse che Tiberio si distinse per la freddezza, la riservatezza e il pragmatismo; Germanico per la popolarità, la semplicità e il fascino.
Tutta la vita Tiberio ebbe a temere che sia Augusto, che il Senato e il Popolo gli preferissero persone più aperte e meno cupe di lui.
E, manovrando come sua madre, scavalcò il diritto e portò al trono chi aveva scelto quale suo successore.
Anna Maria
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