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Appia Antica: antichi sapori culturali

Regina Viarium, questo l’appellativo conferito alla Via Appia per sottolineare la più grande opera di ingegneria del mondo antico.

Iniziata nel 312 a.C. per volere del censore Appio Claudio Cieco, importante esponente della gens Claudia, finì per collegare Roma a Brindisium, uno dei più importanti porti italici del mondo antico dal quale partivano le rotte commerciali per la Grecia e per l’Oriente.

Un’opera celebrativa realizzata molti secoli dopo – 110 d.C. – dall’imperatore Traiano, domina ancora oggi il porto di Brindisi e trionfa dall’alto dei suoi 19 metri: è l’elegante colonna romana utilizzata come faro e per segnare il punto in cui terminava l’antica via.

La funzione primaria del tracciato era quella di garantire un rapido movimento delle truppe verso l’Italia meridionale, al fine di consolidare il dominio di Roma su quella parte della penisola. Ma a tale funzione si affiancò presto quella di principale via di commercio con un notevole risparmio sui tempi di percorrenza.

Oggi è un romantico pellegrinaggio nel passato che racconta storia e storie a partire dalla chiesetta del Domine quo vadis, appena fuori le antiche mura, sorta nel punto in cui leggendariamente San Pietro fuggiasco avrebbe incontrato Gesù che si dirigeva verso Roma e che alla domanda posta dal Santo avrebbe risposto “vado a farmi crocifiggere di nuovo”. Così San Pietro ritornò sui suoi passi e mosse verso i proprio martirio.

Disseminata di tombe monumentali, colombari e catacombe, offre poco più avanti, la Villa e Circo di Massenzio con la tomba di Romolo, l’infante figlio dell’imperatore.

Proseguendo sulla via non passa inosservato il mausoleo di Cecilia Metella che in epoca medievale è diventato il bastione principale del Castrum Caetani.

Ed ancora il delizioso complesso di Capo di Bove, con l’impianto termale da poco riportato alla luce che ha consentito l’identificazione del sito nella casa di Erode Attico e Anna Regilla, protagonisti di un giallo antichissimo, un fatto di cronaca oscuro e scabroso, che ci catapulta in una piaga moderna, il femminicidio, e che ci riempie l’animo di romanticismo con un’intensa storia d’amore degli anni Venti del Novecento affidata al Tempo e recentemente scoperta.

Non ultima la grande Villa dei Quintili che si affaccia sulla strada con un grande ninfeo.

L’Appia Antica è dunque un lungo racconto che si snoda attraverso i secoli: con i suoi 2300 anni di storia, mostra intatti i segni di un passato illustre ed affascinante, ancora ben visibili nei resti delle rovine che si affacciano ai bordi della strada. Episodi della grande storia e di vita quotidiana riecheggiano in questo scenario idilliaco fin dai tempi dell’antica Roma, in un continuo svolgimento tra i “secoli bui” del Medioevo, passando per il Rinascimento, mèta del gran tour e fino alla realizzazione del museo all’aria aperta voluto da Papa Pio IX nella metà dell’Ottocento.

Anna Maria

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