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Conosciamo i Bonaparte: Elisa, la più brillante

Conosciamo finalmente le sorelle di Napoleone, tre diverse ed affascinanti personalità: Elisa, la più intelligente; Paolina, la più bella; Carolina, la più pericolosa. 

La maggiore delle tre, Elisa, fu la più intraprendente e ambiziosa. Nata ad Ajaccio il 3 gennaio del 1777, con il nome di Maria Anna, fu il fratello Luciano – di cui abbiamo già parlato – a ribattezzarla “Elisa”, che significa “Dio è pienezza”. E della pienezza delle sue doti, la giovane ne farà presto mostra.

 

Il carattere fiero si mostra in tutta la sua indipendenza quando decide, contro il volere del fratello che progettava già per lei un ottimo matrimonio con qualche rampollo europeo, di sposare Felice Baciocchi, un misterioso capitano corso, membro di una famiglia nobile decaduta di origine ligure.

 

La carismatica Elisa, però, non è disposta a restare all’ombra di nessuno, soprattutto del marito, la cui personalità non brillerà mai quanto quella della moglie e, anzi, le impedirà di raggiungere maggiori vette e titoli onorifici. Sicura di sé, rinuncerà a seguire il marito nei suoi viaggi preferendo invece restare a Parigi, dove la sua personalità può brillare in tutta la sua attrattiva.

 

A differenza delle sorelle minori, Paolina e Carolina, Elisa non è particolarmente avvenente: non ha a disposizione le armi seduttive che segneranno il successo delle altre due, ma ha dalla sua un’intelligenza e un fascino a cui è impossibile resistere.

 

Tra tutti i fratelli Bonaparte, quello a cui in gioventù è più legata è Luciano: i due sono entrambi astuti, amano l’arte, la storia e la cultura, si interessano di politica. Ma mentre Luciano è sempre in prima fila a ricordare al fratello gli ideali della Repubblica, osteggiandolo anche apertamente, al contrario Elisa è più scaltra. Sa quando mostrarsi docile e obbediente, sa come allontanare da sé i sospetti di Napoleone, che nei suoi confronti è diviso tra diffidenza e forte stima.

 

Questo atteggiamento prudente, permetterà ad Elisa di non cadere in disgrazia come Luciano, ma di continuare ad essere un punto di riferimento a Parigi: intorno a lei, gira un importante salotto di artisti e letterati, ma anche fisici e scienziati. Abile nel mostrarsi inoffensiva per Napoleone, da lui riceve infatti grandi onori e favori al momento della sua proclamazione a imperatore.

 

Il 18 marzo del 1805, il neo-incoronato imperatore crea il Principato di Lucca e Piombino, a cui poi, l’anno dopo, aggiunge il Ducato di Massa e Carrara. Elisa e suo marito Felice sono eletti principessa e principe di quei luoghi.

 

In realtà, la scelta di nominare principe Felice Baciocchi era stata una specifica richiesta dei Lucchesi, che speravano così di salvare la loro indipendenza. Ma non avevano fatto i conti con Elisa. Di fatto, è lei a prendere in mano le redini dei territori. Col titolo di Granduchessa di Toscana, diverrà una politica astuta e lungimirante, con l’appoggio di Napoleone che sempre ammirerà la mente e il talento politico della sorella.

 

La sua promessa al momento dell’insediamento a Lucca è breve e chiara: “Governare colla sola vista dell’interesse e della felicità del popolo lucchese”. Elisa accentra nelle sue mani tutto il potere, per quanto sempre obbediente e rispettosa delle direttive che arrivavano da Parigi. E Napoleone arriva addirittura a definirla “Il migliore dei suoi ministri”!

 

Elisa si mostra una politica lungimirante e illuminata: Lucca diviene il centro delle attività politiche e amministrative del Granducato. Seguendo il modello parigino, la città si trasforma: acquedotti, parchi, la bonifica delle zone paludose, l’incentivo all’arte e alla cultura. Elisa dà addirittura vita ad una nuova politica per i beni culturali e crea una biblioteca pubblica. Grazie a lei, il commercio e l’industria hanno una nuova vitalità e la città diviene un polo mondano come mai era successo nella sua storia. La Granduchessa non dimentica poi i più poveri e bisognosi: dà vita a opere di beneficenza e di carità e si preoccupa dell’istruzione pubblica.

 

Pare che avesse veramente un debole per il potere: le piaceva comandare, ordinare, legiferare, tanto che secondo alcuni era simile ad una pedante istitutrice. Sarà forse così, ma il periodo di benessere e di mondanità che Lucca respirò sotto Elisa, sarà poi sempre ricordato con nostalgia dai Lucchesi dopo il crollo dei Bonaparte.

Nonostante tutto, il Granducato sta stretto all’ambizione di Elisa: annesso alla Francia, era sempre meno la libertà d’azione di cui la donna poteva disporre. Non si dà per vinta e tenta di realizzare nel resto della Toscana le stesse iniziative e migliorie compiute a Lucca.

 

Questa sua impresa, fu però ostacolata da quanto stava accadendo al fratello: costretta a coscrivere i soldati necessari all’esercito di Napoleone, si trovò a dover risolvere le gravi difficoltà economiche date dal blocco continentale ma anche a dover affrontare un popolo che non era nei suoi confronti così amichevole come quello di Lucca. 

 

Elisa difende il suo dominio fino alla fine con grande determinazione e tenacia, ma deve poi cedere agli Inglesi, che le consentono al massimo la fuga. Tenta di tornare almeno a Lucca, facendo appello alla libertà di scelta del suo popolo, ma non riuscirà mai a riprendere quanto conquistato. Sarà la prima dei Bonaparte a morire, a causa di un tremendo cancro, ma sarà anche l’unica dei Bonaparte a non soffrire di ristrettezze economiche dopo il crollo dell’impero napoleonico: le donne in gamba come Elisa, si sa, cadono sempre in piedi.

Giulia Faina

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