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Conosciamo i Bonaparte: Giuseppe, Re di Napoli e di Spagna

Nel 1764 Carlo Maria Bonaparte, un avvocato discendente di una nobile famiglia toscana, sposò Maria Letizia Ramolino, anche lei figlia della piccola nobiltà lombarda, ma che da più di due secoli abitava suolo còrso. 

I due ebbero 5 figli maschi e 3 femmine, contando solo quelli che arrivarono all’età adulta. Di questi 8, il più celebre sarà sicuramente il secondogenito, Napoleone. Sarà lui a prendere in mano le redini della famiglia dopo il 1785, anno della morte prematura del padre. Napoleone si prenderà cura della famiglia, mantenendola col suo stipendio da tenente, e non lascerà mai il ruolo di capofamiglia al fratello maggiore, il primogenito Giuseppe, che Napoleone definisce così: “un mollusco”. 

Inizialmente destinato alla carriera ecclesiastica, Giuseppe deve rinunciarvi alla morte del padre, per farsi carico della famiglia svolgendo lo stesso mestiere del padre, quello di avvocato. 

Ben contento di cedere il ruolo di capofamiglia al fratello minore, Giuseppe si trasferisce in Toscana, per studiare presso l’Università di Pisa, dove porterà a termine un’impresa già iniziata dal padre: il riconoscimento della nobiltà della famiglia Bonaparte.

Tornato in Corsica, prosegue la sua carriera giuridica, fino ad essere nominato giudice da Clemente Paoli, fratello maggiore di quel Pasquale Paoli che sarà ricordato come I Babbu di a Patria, il padre della patria, per il suo impegno per l’autonomia e l’indipendenza della Corsica. 

Ma Giuseppe non ha bisogno di cercare amicizie importanti, dal momento che la presenza che sta cambiando le sorti d’Europa ce l’ha in famiglia: nel 1796 Napoleone è in Italia e sta costruendo la sua leggenda; Giuseppe lo supporta con incarichi di diplomatico, firmando trattati con gli Stati Uniti, l’Austria, la Gran Bretagna. 

Dal 1804 questo avvocato, giudice, diplomatico e politico, diventa anche a tutti gli effetti, come gli altri suoi fratelli, un principe francese, con tanto di titolo di altezza imperiale. Con la proclamazione di Napoleone a imperatore, per Giuseppe, sempre facilmente manovrabile dal fratello minore, stanno per arrivare incarichi sempre più importanti. 

Dal 1806 al 1808 è sul trono di Napoli, che omaggia offrendo una collana di diamanti a San Gennaro, guadagnandosi da subito le simpatie locali. 

Giuseppe è il braccio destro del fratello e attua nel Regno di Napoli le politiche napoleoniche, prima fra tutte la “eversione della feudalità” – con cui diviene odioso all’aristocrazia ma amatissimo agli occhi del popolo. 

Ma Giuseppe in realtà non è molto interessato a conoscere i suoi sudditi, quanto più a francesizzarli il più possibile. Napoleone aveva scelto bene la sua pedina che poteva controllare e manovrare da lontano. 

Proprio questo lo spinge ad affidare a Giuseppe un incarico ancora più importante: il trono di Spagna, a cui ascende il 6 luglio del 1808, nominato dal fratello col nome di Giuseppe Napoleone I.

Lui non è contento di lasciare Napoli, dove almeno il popolo lo apprezza. A Madrid incontra una fiera opposizione, nonché le prese in giro degli Spagnoli che lo chiamano Pepe Botella, riferendosi a un suo presunto alcolismo, di cui però non c’è traccia, Anzi, pare che il povero Giuseppe fosse addirittura astemio!

Il nuovo re arriva in un periodo non semplice della storia spagnola: la guerra di indipendenza, in cui il popolo si solleva proprio contro le truppe napoleoniche. Gli Spagnoli proprio non potevano accettare un re che facesse radere al suolo le chiese e fratello di un imperatore scomunicato dal Papa. 

Sempre più di frequente, Giuseppe chiede al fratello il permesso di abdicare dal trono spagnolo per tornare a Napoli – il cui Regno, intanto, era passato nelle mani della sorella minore, Carolina, e del marito, Gioacchino Murat – ma di tutta risposta, Napoleone gli aveva mandato aiuti per convincerlo a restare. Invano Giuseppe tenta di ingraziarsi almeno i nobili, mentre sempre più colonie, nelle Americhe, dichiarano la loro indipendenza dalla Spagna. 

La sua fuga dalla Spagna e il crollo del suo regno furono solo un’anticipazione di quanto sarebbe poi successo al fratello Napoleone. 

Se l’ex imperatore fu costretto all’esilio a Sant’Elena, Giuseppe scelse invece di fuggire negli Stati Uniti, dove visse in una bella dimora piena d’arte e libri insieme ad un’amante statunitense, mentre la moglie, Giulia Clary, e le figlie, Carlotta e Zenaide, rimasero ad aspettarlo in Europa. 

Dagli anni ‘40 dell’Ottocento, poté tornare nel Vecchio Continente, dove morirà nel 1844, a Firenze. Qui sarà sepolto nella basilica di Santa Croce, per poi tornare a Parigi nel 1862 per volontà del nipote Napoleone III. 

Così si conclude la storia del Re di Napoli e di Spagna, un uomo vissuto sempre, fedelmente, all’ombra del fratello minore.

Giulia Faina

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