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Rinascimento

Il Rinascimento squarcia di luce il mondo dopo i “secoli bui” del Medioevo. Rifioriscono tutte le Arti e le Scienze e progresso e scoperte sono in tutti i campi. Il Mondo diventa anche più grande con la scoperta dell’America. Il Rinascimento appare come un periodo eccezionale della nostra storia e uomini come Michelangelo hanno, rispetto agli artisti che li hanno preceduti, dimestichezza con tecniche e conoscenze rimaste sepolte per secoli.

Ma è stato proprio un fulmine a ciel sereno?

Sebbene è quello che siamo portati a credere, effettivamente non lo è. L’uomo non è vissuto in una sorta di letargo per secoli e, nonostante gli sconvolgimenti politici abbiano portato la potenza di Roma a diventare una città decadente soggiogata dai Baroni e dal Papato, che ha tramutato la superstizione in scienza, non ha mai smesso di sperimentare. Certo però che era privo del retaggio degli avanzamenti culturali che si erano raggiunti prima della caduta dell’Impero Romano.

Ma questo accadeva solo in Europa…

Quali elementi hanno innescato la corsa vertiginosa che è stato il Rinascimento?

Riavvolgiamo il film della storia e torniamo indietro nel tempo, cioè alla Roma del I sec d.C.: per gli architetti dell’epoca, la Basilica di San Pietro non sarebbe stata un’opera impossibile: le prove si trovano nel Foro, il centro politico e amministrativo di un Impero che dominava tutto l’Occidente e che esportava i suoi valori.

Sullo stile di vita nelle province più lontane, per secoli Roma ha dettato le linee dell’arte, della cultura e dell’architettura. All’epoca Roma aveva oltre un milione di abitanti (sotto Traiano, all’inizio del II sec. ne contava un milione e mezzo), circa 20 volte la popolazione di una grande città europea del Rinascimento.

Nel corso dei secoli la macchina da guerra di Roma era riuscita a tenere insieme l’impero, ma a un certo punto i barbari presero il sopravvento; scesero dal nord Europa le tribù germaniche e, soprattutto i Goti e i Vandali misero sotto scacco la Città Eterna. Parte di questa debolezza fu causata da Costantino che, avendo creato una nuova grande capitale nel Bosforo, provocò di fatto l’indebolimento dell’Urbe

Nel V secolo, l’Impero Romano d’Occidente cessò di esistere e per la Roma Caput Mundi iniziò la decadenza. Arrivarono i secoli bui. Il sapere del mondo antico andò perduto, un tesoro di conoscenze che abbracciava ogni campo dall’ingegneria all’architettura, dalla matematica alla fisica. Roma venne saccheggiata e molte sue bellezze portate altrove. Il Foro di Traiano sul quale Costanzo II si espresse dicendo “di voler e potere imitare solo il cavallo di Traiano, collocato in mezzo all’atrio, che portava l’imperatore” fu presto depauperato di molte sue bellezze.

Solo poche generazioni dopo la caduta di Roma, già nessuno era più in grado di costruire le opere di ingegneria che avevano fatto grande l’impero.

Nel 330 d.C. l’Imperatore Costantino trasferì la sua capitale sul Bosforo e Costantinopoli diventò il centro dell’Impero d’Oriente. Il mondo romano fu diviso in due e non tornò mai più unito. L’Impero Romano d’Oriente sopravvisse come ultimo bastione dell’eredità classica fino al XV secolo. Costantinopoli, poi Bisanzio, divenne una metropoli con oltre mezzo milione di abitanti e suoi imperatori si consideravano gli eredi di quelli romani.

Il baricentro del mondo si era spostato!

Era Costantinopoli, infatti, la nuova Roma e il suo patriarca era anche il capo della Chiesa cristiana d’Oriente: la città sul Bosforo teneva viva la fiamma della cultura classica e i suoi sapienti erano i maestri in ogni ramo della conoscenza.

La Roma d’Oriente era lo scrigno dell’antica sapienza anche nei secoli bui del Medioevo e la città sullo stretto resistette per secoli a ogni invasore. Almeno un settimo della popolazione era costituito da mercanti provenienti dalle Repubbliche Marinare: Genova, Pisa e Venezia. Erano chiamati “latini”, una minoranza agiata e piuttosto invisa ai greco bizantini, che li consideravano arroganti e attaccabrighe.

All’inizio del 1171 scoppiarono dei tumulti proprio nel quartiere genovese di Bisanzio e l’imperatore Emanuele I Comneno accusò i Veneziani di aver provocato la sommossa. Li fece arrestare e imprigionare a migliaia, confiscando tutto ciò che possedevano.

Fu una miccia esplosiva: Venezia reagì a difesa della sua gente, dichiarando di fatto guerra all’Impero Romano d’Oriente. Il conflitto durò per decenni, con conseguenze catastrofiche per tutto l’impero bizantino che culminò in quella Crociata passata alla storia come la quarta che, infatti, non fu come le altre, mirata cioè a liberare la Terra Santa, ovvero Gerusalemme, dagli “Infedeli”.

Questa volta i nemici sono i Cristiani d’Oriente.

Cristiani contro Cristiani e una finta guerra di religione.

Alla fine accadde ciò che sembrava impossibile: i Crociati aprirono una breccia nelle mura di Costantinopoli e nella notte tra il 12 e il 13 Aprile 1204 le truppe imperiali cedettero agli assedianti. Per tre giorni i Crociati, ovvero i Cristiani d’Occidente, in nome di Dio, saccheggiarono la città, scatenandosi in stupri e massacri sulla popolazione.

L’imperatore Alessio V tentò di fuggire ma, tradito e accecato da un rivale, fu catturato e ucciso dai Crociati ed il suo corpo fu esposto alla Colonna di Teodosio.

Le due Chiese che erano già separate dal 1054 lo rimasero definitivamente e, nonostante alcuni tentativi di riconciliazione al secondo Concilio di Lione (1276) e al Concilio di Firenze (1439), falliti in quanto semplici mosse politiche non riconosciute dalla gerarchia ortodossa, le due Chiese si estraniarono sempre più l’una dall’altra.

L’unione fa la forza e non è un semplice detto: il 29 maggio 1453 i Turchi Ottomani, guidati dal sultano Maometto II, conquistarono la città dopo circa due mesi di combattimenti.

Ma cosa c’entra con il Rinascimento?

Il crollo dell’impero bizantino ebbe paradossalmente un ruolo importante nello sviluppo del Rinascimento: molti sapienti fuggirono in Italia portando con loro gli antichi testi classici e cercando di instillare nuovi valori e nuove idee in una società ancora arretrata, con un contributo di innovazione mai visto prima e il fenomeno iniziò molto prima rispetto alla conquista turca.

Nelle biblioteche di Costantinopoli erano conservati immensi tesori di conoscenza: tutto il sapere del mondo antico.

Centinaia di artisti e sapienti lasciarono la città dopo la conquista. Uno di questi era Emanuele Crisolora al quale il Cancelliere di Firenze offrì una cattedra presso l’Università e chiese di intercedere per portare in Italia i testi antichi.

Questo è il motivo per il quale, fra tutte le altre, la scintilla della rinascita scoccò proprio a Firenze

Fu l’inizio di una nuova era segnata dal travaso della cultura d’Oriente in Occidente. In questo modo l’Europa riscoprì anche le tecniche degli antichi scultori, la dinamicità, il realismo e la vitalità che furono immortalati nel marmo in forme impensabili durante il Medioevo mentre gli affreschi greco-romani ispirarono i pittori rinascimentali.

Anche gli antichi trattati di ingegneria iniziarono ad essere letti e studiati, aprendo un’epoca di innovazioni tecniche frattanto che molti segreti della natura e dell’universo venivano finalmente riscoperti.

Le scienze, prime fra tutte la matematica e la fisica, conobbero un’improvvista rinascita dopo secoli di oblio. 

Gli Europei iniziarono ad imparare da altre civiltà, riscoprendo il sapere degli antichi greci e romani, ma anche dei bizantini, degli arabi e attraverso loro degli indiani: i cosiddetti numeri arabi, infatti, sono stati inventati in India.

Ogni scoperta venne rielaborata e sviluppata: perché il mondo rinascimentale non si limitò a copiare, ma rielaborò l’antico creando nuovi concetti che furono diffusi grazie alla stampa.

Questo dette il via a un dialogo scientifico senza precedenti nella storia della civiltà.

Nel 1410 Firenze era una città di 50.000 abitanti ed era al culmine del suo potere economico e politico.

Il suo più grande patrimonio era la conoscenza.

Anna Maria

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